Mammaformica by

La stella di Andra e Tati

Non sapevo, che giorno fosse oggi, mentre facevo zapping col telecomando, mi sono ritrovata a guardare su raitre un cartone animato, che mi ha fatto molto riflettere.
Innanzitutto oggi 5 settembre ricorre l’80 anniversario di uno di quei giorni che possono essere considerati i peggiori dell’umanità. Quello in cui il re Vittorio Emanuele III firmò la legge che decretava l’esplulsione degli ebrei dalle scuole siano essi studenti o professori.

E in quesya occasione rai3 ha trasmesso questo film animato che racconta la storia di Andra e Tati, Alessandra e Tatiana Bucci due sorelle classe 1937 e 1939 deportate ad Auschwitz insieme alla mamma, alla zia alla nonna e al cuginetto Sergio.
«Quando le SS bussarono alla porta, zia Gisella era da poco giunta da Napoli, dove, ironia della sorte, non si sentiva più sicura» riflette tra sé Tati. E Andra riprende il filo del crudo racconto di quei giorni: «Eravamo soggetti interessanti anche perché di padre cattolico e madre ebrea, e i bambini di “sangue misto”, destinati a particolari studi clinici scampavano alle camere gas. Anche mamma non fu inviata subito ai forni crematori, a differenza dei soggetti più deboli».
Difficilmente io guardo film/cartoni che trattano questi argomenti perché mi fa male pensare a quanto possa arrivare la cattiveria umana. Soprattutto dopo aver visto un altro film che tratta lo stesso argomento. Dicevo a mia mamma dopo che è finito che mi è rimasto un magone enorme. Mi è rimasta impressa una frase detta alla fine del film e che cioè su non ricordo quante migliaia di bambini deportati, solo 50 sono tornati vivi alle proprie case.
Questo il motivo per cui sono sopravvissute: «Ci avevano scambiate per gemelle, dunque, “merce” rara, come cavie da esperimento: per questo siamo sopravvissute ».
Mi auguro che questo non accada più all’umanità.